Pavarotti illumina la "Tosca" dei 100 anniGrande successo all' Opera di Roma per la storica serata in onore di Puccini. Il tenore diretto da Domingo A Zeffirelli la regia. Anche un brindisi sul palco Protagonista la rivelazione venezuelana Ines Salazar
Pavarotti illumina la "Tosca" dei 100 anni Grande successo all' Opera di Roma per la storica serata in onore di Puccini. Il tenore diretto da Domingo A Zeffirelli la regia. Anche un brindisi sul palco Protagonista la rivelazione venezuelana Ines Salazar ROMA Il compleanno di "Tosca", Placido Domingo dirige con gli occhiali quasi sulla punta del naso: cent' anni festeggiati con grandissimo successo e brindisi sul palco ieri sera (differita su Raitre, guidata da Baudo) per l' apertura dell' Opera di Roma. La "Tosca" del divismo e delle stelle: l' attrazione e' Placido Domingo che, per la prima volta nella sua vita, dirige il collega Luciano Pavarotti. Tosca e' Ines Salazar, giovane rivelazione venezuelana, Scarpia e' Juan Pons. Poi c' e' la mano di Zeffirelli alla regia. I bagarini si sono adeguati all' evento: vendevano i biglietti a un milione e 200 mila lire l' uno. Il teatro richiude per il restauro e riaprira' in marzo. In sala ci sono Simonetta Puccini, nipote del compositore, e Maria Antonelli, pronipote di Giacosa che con Illica e' uno dei due librettisti. E poi Carla Fracci, il presidente della Rai Zaccaria, Paolo Bulgari, Giovanni Rana dei tortellini, Laura Biagiotti, Anna Fendi, il sindaco Rutelli e Gina Lollobrigida che dice: "Da ragazza provai a cantare Tosca e Maria Callas non credeva fosse la mia voce". La scena, fissa, e' un ring rosso costellato di ghirlande, ed e' l' arena immaginata da Zeffirelli dove si consuma amore e morte. Tutto lo spettacolo e' immerso nel rosso della passione e del sangue: il secondo abito (bordato d' oro) di Tosca, il foulard di Pavarotti, il coro di chierichetti, il vino della cena di Scarpia... Alle spalle due candelieri. C' e' la tela di Mario Cavaradossi e c' e' un banco della Chiesa di Sant' Andrea della Valle, che rivive in uno scorcio nella maxi - diapositiva sullo sfondo. Sopra campeggia un' edicola sacra con la Madonna e il Bambino Gesu' avvolti da angeli. Il ring e' attaccato al palco da una piccola pedana, e da qui entrano i tre combattenti: Pavarotti come il pittore - patriota Cavaradossi, con il foulard rosso, accolto da un boato di applausi; Ines Salazar, la sua amata Tosca, il volto giovane, bello, fiero, ma un po' robusta sotto; Juan Pons, il malvagio Scarpia. L' Orchestra, disposta a mezzaluna su gradoni intorno all' arena, e' spaccata a meta' , i legni e gli archi non possono ascoltarsi tutti fra loro. L' Orchestra apprezza il gesto "chiaro e funzionale" di Domingo. In chiesa, Tosca entra con un mazzo di fiori in mano, Zeffirelli la vuole appena uscita dal vicino mercato di Campo de' Fiori. All' inizio e' vestita del bianco dell' innocenza, il ventaglio, lo strascico, la veletta davanti. Zeffirelli: "Ho isolato psicologicamente i tre protagonisti da fasci di luce". Quando i battiti della tragedia si fanno pesanti, nel "Te Deum" che chiude il primo atto, fanno ingresso le guardie svizzere con le alabarde e l' incenso si diffonde nella sala. D' un tratto il coro di popolani si dispone, grazie a una scala mobile, su piu' livelli. La scena e' di grande effetto e strappa un applauso lunghissimo. Ed ecco Palazzo Farnese, il soffito sghembo e obliquo, con due medaglioni dell' antica Roma che scendono dall' alto. Tosca pugnala Scarpia, gli accende accanto due candele e prende il crocifisso per ricreare una camera mortuuaria: Zeffirelli ha ripreso l' invenzione di Sarah Bernhardt, la grande attrice del passato che impersonava l' eroina di Sardou. "Abbiamo celebrato - sorride il regista - il compleanno di una cara amica, Floria Tosca, una donna che qualunque uomo vorrebbe avere come amica o come amante, e che a me ricorda tanto Anna Magnani". Il finale si raggiunge presto; la diapositiva riproduce l' angelo di Castel Sant' Angelo, laggiu' si intravede il Cupolone. L' alba di Roma e' piena di stelle. Tosca non si butta dai bastioni, ma si getta dal ring e si dilegua tra le quinte.
(15 gennaio 2000) - Corriere della Sera